Storia del cioccolato ... e della sua magia!
La qualità del cioccolato è tutto, affermava spesso. La scelta delle materie prime è stata, infatti, un’arma vincente, e gli è valsa il successo come uno dei maestri più apprezzati dell’arte pasticcera per eccellenza. Negli anni Catinari ha visto diverse generazioni approcciarsi al piacere del cioccolato. “I gusti cambiano per modo di dire. Sono rimasto sempre sulla qualità e sulla bontà, con i ferri vecchi del mestiere, la manualità e l’artigianalità. Una roba di una bellezza e di una bontà indescrivibili”. I suoi oltre cento tipi di praline, le uova di Pasqua decorate a mano, ogni creazione che ha preso vita nel laboratorio di Agliana tra le sue mani, parlano di amore, felicità, fantasia e creatività. “Credo di essere uno dei pochi a lavorare in tal senso”
Le tecniche artigianali apprese nella giovinezza passata in Svizzera, sono forse i segreti più difficili da replicare. Non a caso era tra i rarissimi in Italia a produrre ancora i cioccolatini ripieni di liquore – nel suo caso Vin Santo, Brunello o Chianti – “in crosta di zucchero”. Segreto che ha trasmesso ai suoi allievi e collaboratori più stetti. «Si tratta di un procedimento molto complesso che ho imparato in Svizzera – raccontava – e talmente artigianale da essersi ormai quasi perso a causa degli elevati costi di realizzazione. Consiste nel lasciar “riposare” le gocce di liquore o vino in cassettiere di amido di mais in modo che formino una sottile crosta zuccherina, che in seguito vengono spolverate e ricoperte di cioccolato fondente»